OVER2000RIDERS ed il progetto GARAGE ITALIA - OVER2000RIDERS

OVER2000RIDERS ed il progetto GARAGE ITALIA

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OVER2000RIDERS ha aderito nel 2012 ad un progetto nato  su iniziativa dell’associazione  Bambini nel Deserto ed ULTREYA RIDER MOTORCYCLE . L’obiettivo era di creare una scuola professionale  in meccanica/riparazione di motociclette  ad OUAGADOUGOU in Burkina Faso per dare ai ragazzi provenienti dai quartieri piu’ disagiati una prospettiva professionale. Appena resa disponibile la sede  Riccardo Cericola , nostro socio ed esperto meccanico,   si e’ offerto per essere il primo istruttore di questo corso . Da circa due settimane   si trova  nella capitale dello stato africano e ci invia questo suo resoconto.

In diretta da Ouaga: c’è sempre qualcuno in panne…
di Riccardo Cericola

  … ma c’è sempre anche qualcuno che ti dà una mano!

È questa la primissima impressione che ho avuto girando nelle strade di Oaugadougou, capitale del Burkina Faso dove sono arrivato l’ultimo dell’anno per fermarmi un po’ di settimane e seguire i lavori di avvio di Garage Italia.

Il traffico nelle strade è incredibile e ancor più incredibile la quantità di mobylettes a due tempi sgangheratissime che riempiono l’aria di rumore e soprattutto di gas irrespirabili. Sgangherate: lo si vede subito ma mi è anche capitato di provarle di persona. Qualche giorno fuori città e abbiamo noleggiato una moto per girare più liberamente: la seconda non entra, pare tutto molto provvisorio (oltre tutto ho dimenticato in Italia il casco che mi accompagna in tutti i viaggi e mi sento ancor meno sicuro) ma superata la prima mezzora e il primo pieno ti ci abitui e cominci anche a divertirti. Una gomma che si buca e l’altra che si sgonfia diventano la tua piccola normalità e con tranquillità tutto si risolve perché subito qualcuno si ferma, ti offre un passaggio, si interessa al tuo problema mentre sei sul bordo della strada.

La motoretta qui è davvero un pezzo della vita di chiunque: senza in città non ti sposti e se vivi in un villaggio le due ruote rappresentano l’indispensabile legame con il mondo. Le auto fuori dal contesto urbano sono pochissime e su un motorino vedi una famiglia intera: papà alla guida, un figlioletto in mezzo e maman dietro con il più piccolo infagottato sulla schiena. Due ruote, un’utilitaria.

I primi giorni dopo il mio arrivo li ho trascorsi con gli amici di BnD recandomi in villaggi sede di loro progetti: è stata un’immersione necessaria per capire la realtà di un continente per me nuovo e scoprire, appunto, tra le tante cose, che qui una moto non è solo una moto.

Con questa premessa sono finalmente andato al cantiere di Garage Italia. Avevo già visto qualche officina sulla strada, una anche sotto “casa”: poco più che un mucchietto di attrezzi sulla terra rossa e, quando va bene, una piccola casetta di ferro dove ripararli alla sera. Garage Italia, invece!….

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Un grande hangar, bello (mentre scrivo ancora non posso solo immaginare come sarà quando sarà stato anche tutto dipinto), alto e quindi luminoso e areato. Un’impressione di spazio aperto e di armonia, di ordine e possibilità di lavorare in sicurezza. Sarà importante trovare un punto di incontro che permetta di trasferire qui dentro il modo di lavorare di meccanici del posto: li ho visti all’opera, velocissimi  a smontare e rimontare motori, capaci di sostituire un pistone giusto il tempo di un Nescafé al maquis più vicino. Il tutto a terra, in mezzo alla polvere e all’olio raccolto in modo approssimativo.

Capisco subito che questa efficienza non potrà essere del tutto imbrigliata nei nostri standard. Garage Italia sarà una bella sfida anche per quanti di noi vorranno partecipare al progetto: sono certo che anche per noi sarà un’esperienza molto costruttiva.

Ecco: lo spirito e la voglia di apprendere è un altro degli aspetti che mi ha colpito quando ho conosciuto Adama e Adama (sì, i nostri due meccanici si chiamano allo stesso modo!). Trasmettono una grande voglia di imparare… e poi mi piace molto il loro approccio, che è poi quello di tutti i burkinabè: accoglienti, gentili, sempre pronti a scambiare uno dei loro lunghissimi saluti, fatti di strette di mano, scocchi di dita e un simpatico modo di incrociare quattro volte le teste.